24 mar 2017

ABITARE #3: SILENZIO/RUMORE

"E non posso fare a meno di dormire con la finestra aperta. Tram elettrici attraversano a precipizio la mia camera, scampanellando. Automobili passano su di me. Una porta si chiude di colpo. Da qualche parte un vetro cade tintinnando, sento il riso sonante dei grossi frammenti, quello piccolo e sommesso delle schegge. Poi d'improvviso un rumore sordo, soffocato, dall'altra parte, dentro la casa. Qualcuno sale le scale. S'avvicina, s'avvicina sempre. E' qui, è qui a lungo, passa. E di nuovo la strada. Una ragazza strilla: Ah, tais toi, je ne te veux plus! Il tram irrompe in corsa convulsa, qui, via, su tutto. Qualcuno chiama. Gente che corre, si sorpassa. Un cane abbaia. Che sollievo: un cane. verso il mattino canta anche un gallo, e fa del bene, senza limiti. Poi mi addormento d'improvviso. 
Questi sono i rumori. Ma c'è , qui, qualcosa di più pauroso: il silenzio."Rilke, I quaderni di Malte Laurids Brigge, Garzanti, 1974

SILENT ROOM nel film poem di Skoltz-Kolgen.

Siti di riferimento:
DOMINIQUE SKOLTZ http://skoltz.com/index.php
HERMAN KOLGEN http://www.kolgen.net/


SILENT ROOM, film, video-installazione, performance 2008
trailer: https://www.youtube.com/watch?v=isX7IvevM4Y
Si possono vedere su web  diverse stanze:
GUSTAV 01 https://www.youtube.com/watch?v=ndLFI-xISVE
ARTO 02 https://www.youtube.com/watch?v=hwlUiHDmvBM
UBER 03 https://www.youtube.com/watch?v=iRfCJGS9PV8
BREHEM 04 https://www.youtube.com/watch?v=Tisdtb4MGtw
ELEANOR 05 https://www.youtube.com/watch?v=cHOVtyc6vDk
ROOM 685 07  https://www.youtube.com/watch?v=oohMqCYeh-4
DORTOIR 08 https://www.youtube.com/watch?v=7qsSI6hD0SE
INSOMNIAK 09 https://www.youtube.com/watch?v=2mOQfWOLIj0
NIKOLAI 10 https://www.youtube.com/watch?v=gfDxMolpIqs
MILKA 11 https://www.youtube.com/watch?v=KrYEg0uZTjc
CONCIERGE 14  https://www.youtube.com/watch?v=ENLUUueO7fI
CREDITS 16 https://www.youtube.com/watch?v=09mAl_OVtkY
AT WORKS 17 https://www.youtube.com/watch?v=nrkt1kKksbE

NELLE STANZE DI UNA TANA-CONDOMINIO
(estratto dalla tesi di diploma di Loreta Bernabei, ABA, 2016)

Nel film-poem Silent Room, parafrasando Magritte: “Ce ci n’est pas un film”, gli artisti Skoltz e Kolgen introducono gli spettatori/visitatori nelle stanze del condominio in cui è ambientato il film-poem, attraverso le riprese di corridoi e oggetti situati tra le scale.

Dominique T. Skoltz e Herman Kolgen sono una coppia di artisti canadesi:
Dominique T. Skoltz è una media artist, fotografa e regista, mentre Herman Kolgen è un artista multidisciplinare. I due hanno collaborato alla creazione di opere di diverso genere, presentate a più di cinquanta festival, eventi e musei, tra i quali: Isea, la Biennale di Venezia e Transtart (Italia), Transmediale (Berlino), Sonar (Barcellona), Sonic Acts (Amsterdam), Cinematics (Bruxelles), Némo (Parigi), E-Arts (Shanghai), Mutek (Canada, Messico, Cina), Elektra e il Museo di Arte Contemporanea di Montreal, solo per citarne alcuni. ETERE è ora parte del centro di raccolta George Pompidou di Parigi e il film-poem SILENT ROOM, riconosciuto al Festival di Film Indipendenti e Video a New York e Los Angeles, fa parte della collezione di La Cinémathèque Québécoise.

Silent Room è un progetto nato nel 2003, prima presentato in formato dvd e negli anni rielaborato in modalità differenti, dalla video installazione al live cinema audio-video, con diverse forme di linguaggio e sperimentazioni di nuove connessioni tra spazio e pubblico.

        Le immagini prendono forma tramite la fotografia, la pellicola e il video digitale, ed è proprio questo uso di vari strumenti a rendere quello di  Silent room un linguaggio criptato e astratto.  I due artisti canadesi si avvicinano alla forma cinematografica per poi smentirla del tutto attraverso un linguaggio video artistico e sperimentale. Riprese ravvicinate e dettagli che descrivono l’interiorità di queste persone che non raccontano, sono mute, ma si lasciano deformare dal tempo e dallo spazio che le circonda divenendo gabbia e proiezione psicologica di loro stessi. A rendere Silent Room un progetto ancora più intimo è la semplicità con cui Skoltz e Kolgen hanno dato vita ai personaggi e alle loro storie.

       “A dire il vero Silent Room ha preso forma in modo graduale. Inizialmente, ci siamo messi a fare dei disegni, degli schizzi su carta senza uno scopo ben preciso, prendevamo solamente del tempo per noi, in relax, la mattina all’ora del caffè. Come modo per distendere il nostro ritmo di vita e dedicare del tempo all’introspezione. Abbiamo abbozzato delle forme umane a matita e carboncino, delle impressioni emotive, forme allungate, deformate come se il loro stato interiore avesse deformato il loro stato fisico. Infine ci siamo ritrovati con un gran numero di concept che, un po’ alla volta, ci hanno invogliato a procedere. Dei temi sono coincisi, hanno formato delle associazioni e la maggior parte dei temi di Silent Room ha iniziato a prendere forma”  hanno affermato Skoltz e Kolgen in un’intervista di Claudia D’Alonzo per Digicult e continuano “discutendo dei nostri disegni, ci siamo trovati ad immaginare ed estrapolare delle situazioni, dei luoghi, dei personaggi. Volevamo creare degli snapshots audiovisivi per ciascun personaggio in mezzo alla propria vita privata, la propria stanza. Seguendo le nostre impressioni, illustrare il momento in cui alcune persone possono proiettarsi nel loro mondo interiore, a causa dell’isolamento. Trasformarsi a poco a poco fino ad essere un’estensione del loro stato d’animo. Il luogo che abitano diventa un rifugio senza testimoni, dove possono, senza contatto con l’esterno, sviluppare una personalità psicologica sempre più a senso unico. I muri diventano i loro confini, gli oggetti diventano il riflesso della loro interiorità. Come se la loro stanza fosse l’estensione della loro camera interiore. A partire da questi temi abbiamo elaborato dei mini storyboards flessibili. Questi ritratti astratti ci hanno ispirato il contesto, l’ambiente estetico e l’asse creativo di ciascuna stanza. Una volta iniziato, è stato subito chiaro che non cercavamo una struttura rigida e lineare, ma piuttosto delle costruzioni a spirale con delle astrazioni temporali, il processo si colloca tra il tableau vivant e la poesia.” Claudia D'Alonzo, intervista a Herman Kolgen, scaricato  dalla rivista web DIGICULT, http://www.digicult.it/it/digimag/issue-027/skoltz-kolgen-silence-in-the-rooms/

       La composizione del suono svolge un ruolo fondamentale nel lavoro dei due artisti che hanno voluto una traccia diversa per ogni video, creando un legame particolare tra  immagine e registro sonoro.

       “Ci sono stati tanti modi di lavorare sul suono quante sono le stanze. Per alcune, avevamo già pensato una base durante le riprese per sincronizzare le camere. Per altre stanze, l’architettura sonora è stata costruita prima dell’editing, abbiamo sviluppato dei software per legare il movimento del suono ai software di montaggio. In altre, come l’Usure du temps, la trama sonora è stata costruita in parallelo al montaggio e in modo intuitivo. Ciascuna traccia sonora è stata creata appositamente per ogni stanza e tutte le sorgenti audio sono state create da noi.” (Claudia D'Alonzo, intervista a Herman Kolgen,cit.)

La casa di Gustav attraverso la parete
Gustav è il primo coinquilino del condominio di Silent Room. Nonostante la struttura rigida e non lineare che cercano di ricreare Skoltz - Kolgen, la storia segue in qualche modo il modello aristotelico, riconosciuto dalle tre sequenze che la dividono, creando un inizio, uno svolgimento e una fine.
La fabula filmica di Gustav
Analizzando a fondo tutte le storie di Silent Room è la divisione delle tre sequenze che accomuna i video nelle stanze.

Prima sequenza:
Fotogrammi tratti dal film poem di Skoltz-Kolgen, Silent Room, prima sequnenza
Un grammofono a tromba introduce lo spettatore nella prima stanza. Il protagonista, un uomo molto magro e alto che indossa una cuffia da piscina, si sta coprendo le orecchie con le mani. Le mani tornano al loro posto ma gli occhi sono chiusi. L’immagine è distorta. L’uomo oltre alla cuffia indossa una ciambella per nuotare, intorno alla vita.  Alzando la testa scopre una nuvoletta di fumo sopra di lui. Inizia a seguirla spostando il corpo a seconda dei movimenti della nuvola, continuando ad osservarla. L’uomo comincia a respirare tramite un boccaglio. La stanza sembra sia riempita d’acqua, come una piscina, mentre lui è seduto su una sedia con una boccia di pesci rossi tra le mani.



Seconda sequenza:

Fotogrammi tratti dal film poem di Skoltz-Kolgen, Silent Room, seconda  sequenza

Successivamente lo si vede assumere una posizione da nuoto con le braccia distese in avanti. Dietro di lui le onde dell’acqua si riflettono sulla parete. La macchina da presa è in continuo movimento ricreando una visuale confusa tra immagini deformate, fermo immagini dell’uomo immobile sulla sedia e di pesci rossi che continuano a  nuotare nell’acqua. Per pochi secondi viene inquadrata l’acqua che crea delle onde, movimentando l’immagine. L’uomo è immerso nell’acqua raggomitolato a sé stesso, dentro una vasca. Il pavimento è il fondale dell’oceano e i pesci rossi che nuotano nella boccia, stanno nuotando liberi intorno a lui. Ma un pesciolino rosso rimane intrappolato dentro gli occhiali da nuoto dell’uomo.



Terza sequenza:


Fotogrammi tratti dal film poem di Skoltz-Kolgen, Silent Room, terza  sequenza


L’uomo accosta l’orecchio su una conchiglia che tiene tra le mani. Seguono le immagini di conchiglie e una stampella attaccata al muro. Alcuni dettagli di uno stetoscopio introducono una seconda persona. Un uomo di corporatura più robusta rispetto all’altro. Quest’uomo sta ascoltando i rumori della stanza accanto tramite lo stetoscopio.  C’è una connessione tra i due. Vediamo nella stessa immagine l’uomo con lo stetoscopio che spia l’altro. Siamo di nuovo nell’altra stanza. L’uomo con la cuffia sta tenendo una busta piena d’acqua con dei pesci rossi. Successivamente è ricoperto da una pellicola trasparente e dei pesci morti attaccati sul suo corpo. Dal soffitto cadono degli ami da pesca.


Considerazioni generali sulla  forma video di La casa di Gustav
L’opera si alterna tra riprese e fotografie. Vengono usati piani medi, primi piani, dettagli e particolari accompagnati da riprese a mano per movimentare le figure e alcune riprese fatte da punti di vista differenti, ad esempio  l’inquadratura dell’uomo vista tramite la boccia dei pesci rossi e il secondo uomo deformato dall’acqua. Molte le dissolvenze e le sovrapposizione delle immagini, che rendono il montaggio più fluido.



La fotografia viene utilizzata come fermo immagine per dilatare il tempo tra una sequenza e l’altra dissolvendo le figure nello spazio che le circonda e portando in evidenza alcuni dettagli e particolari della storia. Gli slow-motion vengono inseriti per le riprese fatte ai due uomini. Uno split screen divide i due personaggi nelle loro rispettive stanze.



Vengono usati dei fade, ovvero delle dissolvenze in nero,  per il titolo iniziale e per dividere i tre momenti che caratterizzano la storia. La maggior parte degli effetti che si vedono nel video sono ricreati sul set. L’unica cosa che è stata fatta nella postproduzione, a parte i tagli e le sovrapposizioni delle immagini, è la nuvola che compare sopra la testa dell’uomo, nella prima sequenza, e che si muove a seconda dei suoi spostamenti.

La stanza che risuona di un respiro ritmico
Il video è caratterizzato da una traccia audio personalizzata. Non ci sono stacchi e i personaggi non parlano mai. Ogni movimento e ogni sequenza è in stretto contatto con il suono che le accompagna. Il video inizia con il suono di un grammofono che diventa ovattato e comincia a sovrapporsi con il rumore delle onde del mare e a sparire del tutto con la melodia di un pianoforte. Inizialmente molto lenta, la melodia è sempre più ritmata, soprattutto nella sequenza della nuvola, in cui l’uomo la fissa e la segue.
Appena la sequenza cambia, anche l’audio è differente con il respiro dell’uomo accompagnato da una melodia sempre al pianoforte, ma più lenta.  In sottofondo si continua a sentire il rumore del mare. Quando il rumore dell’acqua diventa più intenso, la melodia è distorta. Nella terza sequenza, l’audio cambia di nuovo. Un suono diverso e in loop subentra sotto le note del pianoforte e il rumore dell’acqua. Il suono è sempre più disturbato. L’audio cambia di nuovo verso la fine, ritornando alla stessa melodia di prima e ancora al rumore del mare, che verso la fine prevale sugli altri suoni. Come per la forma video, anche per l’audio l’elemento principale è l’acqua. Il rumore del mare viene sentito quasi per tutta la durata del video. La melodia del pianoforte in sottofondo è delicata, sempre caratterizzata dalle stesse note, per accompagnare il movimento rallentato dei due personaggi. Solo in alcuni casi l’audio è più vivace o violento, ad esempio nella parte iniziale del grammofono o in quella dell’acqua in movimento. Non avvengono mai stacchi. Ogni suono viene sovrapposto all’altro prima che finisca o inizi.

La stanza nascosta
Il personaggio principale è presentato completamente nudo ad eccezione di alcuni indumenti usati per il mare, come la ciambella, la cuffia e il boccaglio. L’acqua continua ad essere per tutta la durata del video, l’elemento predominante. L’uomo viene spesso deformato e dissolto nello spazio che lo circonda. I pesci rossi sono la sua unica compagnia. Attraverso i segnali del corpo avvengono dei cambiamenti che ribaltano lo stato d’animo del personaggio.  Il secondo uomo che compare nell’ultima sequenza del film è, al contrario dell’altro, di corporatura più grossa e vestito con una canottiera e un pantalone. Anche lui ha un oggetto che lo contraddistingue, ovvero lo stetoscopio per spiare nella stanza dell’altro. I movimenti sono lenti e deformati come se a sua volta venisse spiato da qualcuno immerso nell’acqua.

La casa-dormitorio: Dortoir
Anche in Dortoir, questo il nome di un’altra delle stanze di Silent Room viene seguito il modello aristotelico. Pertanto sono tre le sequenze che narrano la storia:


Prima sequenza:
Alcuni letti disfatti e il titolo Dortoir, che in francese vuol dire dormitorio, ci introducono nella prima sequenza del video. Due suore sono impegnate in una partita a scacchi.



Seconda sequenza:
Le  suore si dirigono verso un letto e cominciano a distendere e a piegare un lenzuolo bianco.


Terza sequenza:
La stanza è ricoperta da piume mentre le suore giocano alla lotta dei cuscini spezzando la tranquillità e la compostezza che le vedeva intente nel giocare a scacchi e nell’ordinare la stanza.




Frammentazione dei corpi
Le suore vengono presentate attraverso alcuni particolari e dettagli che le vedono alle prese con una partita a scacchi. La particolarità di queste riprese sta nel fatto che sono ripetutamente divise in split screen orizzontali che delineano ogni movimento delle mani e creano un effetto di allungamento dei corpi, accompagnate anche da uno slow motion ed un fast motion alternati, che evidenziano le mosse delle pedine a volte ripetute. Le riprese in analogico della seconda sequenza, caratterizzate dallo sporco e dal disturbo dell’immagine creano un effetto vintage, come gli abiti religiosi che ricordano le suore degli anni  '50 o '60.

Oltre all’abbigliamento, un altro richiamo religioso è il crocifisso appeso sul muro, unico ornamento di una camera bianca e spoglia molto simile a quella di un dormitorio di un convento. Nella seconda sequenza le riprese sono montate in uno slow motion all’indietro, che accompagna le suore fino ad uno dei letti e a prendere un lenzuolo bianco. Durante il movimento del lenzuolo le immagini si dissolvono e diventano a colori. I volti delle due suore, ripresi in primo piano e distorti, sono sorridenti e al posto del lenzuolo ora hanno tra le mani dei cuscini che si tirano a vicenda in modo giocoso, facendo disperdere tutte le piume nella stanza. Come in Gustav, anche qui avviene una frammentazione temporale delle azioni.

Mentre le protagoniste del video si lanciano i cuscini, dei fermo immagine catturano il momento in cui ripongono il lenzuolo sopra il letto, con la differenza del colore al posto del bianco e nero e del seppia. Giocare con gli scacchi, sistemare il letto e tirarsi i cuscini sono le azioni che differenziano le tre sequenze, ognuna girata e montata in un modo diverso e caratterizzata da colori diversi e da alcuni elementi, come gli scacchi, il lenzuolo e le piume che alla fine vediamo volare verso il soffitto, proprio davanti al crocifisso appeso al muro.


Dolce come un carillon
Mentre si svolge la partita a scacchi, le azioni sono accompagnate da un suono che ricorda molto la melodia di un carillon che, delicata e vibrante, riecheggia e lascia spazio ad una chitarra elettrica che introduce un suono industriale in loop con in sottofondo di voci indistinguibili. Questa parte dell’audio accompagna le due suore in un movimento all’indietro, quindi sembra che anche l’audio sia montato di conseguenza. Una cantante lirica, molto  subentra nel momento della sistemazione dei letti insieme al suono, questa volta più duro, di alcuni violoncelli, che verso la fine viene sovrapposto allo stesso audio dell’inizio. Il suono dolce simile ad un carillon torna sotto la riprese delle piume che volano verso l’alto.

Sogno di evasione
La prima cosa che viene notata è il copri capo che ricorda molto quello delle suore negli anni ‘50. Sono infatti due donne le protagoniste di Dortoir. Nella prima e nella seconda sequenza i loro corpi vengono allungati rendendole molto alte e anche molto lente nei movimenti. A parte il copricapo bianco il resto del vestiario è un po' bizzarro, composto da un bustino bianco e una gonna nera molto lunga, colori che caratterizzano comunque il vestito religioso delle suore. Solo nell’ultima sequenza in cui le due donne si tirano i cuscini e le riprese sono a colori, vengono viste normalmente e gli abiti camuffati dalla privazione del colore sono in realtà celesti e bianchi. Alcune riprese in primo piano le vedono di nuovo deformate per alcuni secondi, come se fosse il punto di vista di qualcuno che sta sognando.

La casa di carta
Nonostante la forma cinematografica di cui fanno uso gli artisti per raccontare le storie dei personaggi di Silent Room, l’opera rimane un film-poem e quindi un video sperimentale a cui non basta essere guardato una volta sola. Molte immagini vengono viste di sfuggita e quindi possono non essere notate al primo sguardo. La scelta del formato dvd come prima presentazione di Silent Room non è solo un gioiello di gusto e packaging e un booklet ricco di bellissime immagini in 3 lingue: inglese, francese e italiano, ma può  raggiungere facilmente la curiosità anche delle persone che non frequentano o non sono interessate a vedere un’opera all’interno di un museo o una galleria. Proprio come i personaggi che compongono Silent Room, lo spettatore può guardare il dvd all’interno della sua abitazione. La scatola che confeziona il dvd è un pò la scelta commerciale di una casa di carta che racchiude le vite dei coinquilini di Silent Room; dentro c’è un mondo da scoprire.














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